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Via Porta di Castro segue l’andamento del vecchio letto del fiume Kemonia, a pochi passi dal mercato storico di Ballarò; proprio qui, nell’appartamento privato dei due giornalisti Giuseppe Cadili e Valeria Giarrusso si apre una stanza da “Mille e una notte” scoperta a seguito di un restauro, effettuato nell’estate del 2013, ad opera di Franco Fazzio, dove sotto lo strato di intonaco bianco si nascondevano le meravigliose pareti tinte di blu con arabeggianti scritte in argento, miracolosamente resistite all’ossidazione del tempo.
Dopo aver fatto parte dal VI al IX secolo dell’impero bizantino, la Sicilia, nell’826 cade sotto il dominio degli arabi, restando in loro potere per oltre 2 secoli, fino al 1061, anno della successiva conquista dei Normanni. Durante il periodo arabo vengono eretti numerosi edifici, palazzi, moschee, giardini e fontane che con l'arrivo dei Normanni vengono distrutti o irreversibilmente modificati. Gli edifici di età normanna, civili e religiosi, dedicati al culto cristiano, mantengono pertanto una forte impronta musulmana per la permanenza di tecniche costruttive e maestranze specializzate. Ciò accadde perché i normanni adottarono gli usi locali, unificando sotto il proprio dominio popoli di diversa stirpe
La città di Palermo ha cambiato spesso nome nel corso delle epoche: Tra i primi colonizzatori della città ci furono i fenici che la denominarono “Zyz” (la "z" va pronunciata come "s" sonora) questo termine in fenicio significa “Il fiore”; anche se non è ancora stato accertato questo dato, molte monete provenienti da Palermo di periodo punico portavano la dicitura Zyz e visto che Palermo era una delle tre città puniche della Sicilia molto probabilmente aveva una propria zecca.
I misteriosi sotterranei della città di Palermo, gli antichi acquedotti della vecchia città araba.
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